L’ albero “prosociale”
Un albero di Natale tridimensionale, alto tutta la parete della classe viene addobbato con una modalità giocosa, che faccia crescere negli alunni e nelle alunne la coscienza dell’altro, con il riconoscimento degli aspetti positivi dei compagni. in ogni stagione cambia il suo aspetto.
Che cos’ è la prosocialità?
Cerchiamo di spiegarlo con il lavoro proposto nella classe quinta dall’ educatrice Maria Dellino.
[nggallery id=119]C’era una volta un albero di Natale.
Era alto quasi fino al soffitto della classe quinta A.
Non era un semplice cartellone colorato.
Era tridimensionale, riempito di carta da giornale appallottolata
e rivestito di carta crespa.
A Natale è stato abbellito con delle palline di cartone e stelline di polistirolo.
Non erano semplici palline e semplici stelline.
Erano il segno della bontà dei bambini della classe,
infatti quando un alunno si accorgeva di un aspetto positivo di un compagno
riceveva una stellina e palline da appendere.
Poi il Natale è passato e l’ albero è stato spogliato,
ma era un po’ triste vederlo così tutto verde e un po’ strappato.
Allora l’abbiamo trasformato in una albero di Carnevale,
adornato di mascherine e di pagliacci musicisti.
Non erano semplici mascherine e pagliacci.
Erano il segno dell’ allegria dei bambini della classe.
Poi il Carnevale è finito e l’albero è stato spogliato.
È arrivata la Primavera e l’albero è stato ravvivato con farfalle e fiori variopinti.
Ma non erano semplici farfalle e fiori di carta velina.
Erano il segno del cambiamento dei bambini,
che avevano preso sul serio i consigli delle insegnanti
e avevano riconosciuto i passi fatti da loro stessi e dai loro amici, i passi verso la meta.
La primavera lascia il posto all’estate…
E l’albero? Chissà se reggerà ancora… dopotutto è di cartone.
Ma noi sappiamo che i ragazzi e le ragazze della quinta A,
ogni Natale, ogni Carnevale ogni Primavera ed ogni Estate
continueranno ad appendere stelline, maschere, fiori e frutti
ogni volta che si accorgeranno degli altri,
ogni volta che sapranno regalare un sorriso e una risata,
ogni volta che percorreranno strade, magari in salita,
e non si arrenderanno, perché si accorgeranno di non essere soli.