PROGETTO DI EDUCAZIONE PSICOMOTORIA |
Anno scolastico 2004/2005
scuola dell'Infanzia "Boves"
e
scuola primaria "Ungaretti"
INTRODUZIONE
La psicomotricità è un'attività che si rivolge ai bambini da 0 a 7/8 anni,
favorisce la crescita della personalità in tutte le sue componenti:
affettiva, motoria e cognitiva in una unione dinamica e originale.
L'educazione psicomotoria si rivolge a gruppi numerosi max 20 bambini come gli
alunni di una classe o sezione, oppure, se necessario, per una migliore risposta
ai bambini, si può intervenire formando piccoli gruppi rieducativi max 6
bambini.
L'attività nello specifico segue l'orientamento teorico e metodologico del prof.
Bernard Aucouturier e si chiama PPA (Pratica Psicomotoria Aucouturier).
L'originalità di questa pratica è l'attitudine dello psicomotricista ad
intervenire indirettamente sul bambino, attraverso lo spazio e il materiale, per
favorire, in una dinamica di piacere e di sicurezza, la sua espressività
psicomotoria.
Accompagnare e trasformare il gioco spontaneo corporeo in un gioco condiviso e
pensato, richiede una tecnicità e una formazione permanente all'esperto della
pratica psicomotoria sia in campo teorico che in formazione personale.
Il Progetto generale comprende le seguenti aree:
- La pratica psicomotoria educativa e preventiva
- Lo spazio e il materiale
- Il tempo
- Obiettivi generali
- Ruolo dello psicomotricista e degli insegnanti
- Verifiche
PROGETTO GENERALE
La Pratica psicomotoria educativa e preventiva
La pratica psicomotoria sostiene e favorisce la maturazione globale del bambino
attraverso la via corporea e relazionale.
Il bambino cresce prima attraverso le sensazioni del suo corpo in relazione con
l'altro, poi attraverso l'azione e successivamente con il gioco.
Egli si esprime e apprende solo tramite l'azione e il piacere che essa genera,
in questo modo integra la realtà per poi trasformarla in maniera creativa e
originale.
Il bambino non gioca per imparare, ma impara perché gioca:
la palestra allestita per la seduta psicomotoria garantisce al bambino uno
spazio sufficientemente ricco, vario e modificabile, con adulti che accolgono le
sue produzioni, e che condividono le sue emozioni e il piacere che egli prova.
Questo concetto di esperienza pratica, necessario prima di costruire pensieri
logici, è noto anche alle insegnanti per gli apprendimenti scolastici.
La pratica psicomotoria educativa si inserisce nel quadro dei programmi della
scuola sia nei tempi che nei contenuti; i suoi obiettivi generali sono:
- lo sviluppo della comunicazione
- lo sviluppo della creatività
- la formazione del pensiero operatorio.
La PPA è preventiva, per il suo apporto specialistico sull'osservazione
globale dell'espressività psicomotoria del bambino, nell'arco dell'intero anno
scolastico ; essa riconosce e risponde ai segnali di disagio che si manifestano
durante il processo di crescita psicomotoria negli ambiti scolastici.
L'attività con questi contenuti si inserisce in una dimensione sistemica e
favorisce la comunicazione tra scuola, bambino e famiglia.
Nel rispetto di questa dinamica fondamentale sono previsti colloqui con le
insegnanti e con i genitori.
Lo spazio e il materiale
L'attività si svolge in palestra e ogni volta lo spazio viene allestito e
preparato in tre luoghi, fondamentali per la crescita psicomotoria dei bambini.
In ciascuno di questi luoghi sono presenti diversi materiali, ognuno con la sua
funzione.
1) Il luogo del piacere senso-motorio : stabile, poco trasformabile, offre
al bambino la possibilità di saltare, scivolare, salire, scendere,
rotolare, fare capriole, alternarsi con i compagni i tempi per saltare.
I materiali in questo luogo sono : materassi, tavoli, scale e scivoli.
In questo spazio il bambino si attiva a livello corporeo, stimola le
sensazioni labirintiche di perdita e di ritrovo del suo corpo.
La psicomotricista sostiene con lo sguardo e con la parola l' azione del
bambino, gli restituisce, come uno "specchio", un'immagine di sé forte
e positiva. I bambini fanno esperienza delle loro competenze motorie.
In questa ricerca di movimenti e posture si favorisce l'uscita delle
emozioni e l'emergere dell'immaginario, i bambini possono accedere,
così ben " ritrovati in un corpo di piacere ", ad un altro livello
evolutivo,quello simbolico.
2) Il luogo del gioco simbolico : modificabile, costruito dai bambini e
dalla psicomotricista per sostenere e far evolvere il loro gioco.
I materiali in questo spazio sono: i cubi di gommapiuma, i teli, le
corde, i pupazzi, le palline, ecc….
I giochi di ruolo, i travestimenti, la costruzione di case, la lotta, i
trasporti, sono espressione di un bisogno di agire sulla realtà, sugli
oggetti e di trasformarli a secondo delle esigenze.
I bambini integrano con piacere il desiderio di costruire e di
comunicare e possono accedere più serenamente alla fase successiva.
3) Il luogo della rappresentazione è stabile in ogni seduta e aiuta il
bambino a distanziarsi dalle emozioni dei giochi precedenti. I bambini
possono modellare con la plastilina, disegnare, costruire con cubi di
legno. In una dimensione serena e distesa, dopo i giochi condivisi,
anche le problematiche più forti dei bambini emergono con meno
intensità e si trasformano in immagini meno invadenti e più
ridimensionate.
Il tempo
Gli incontri di educazione psicomotoria variano di numero a secondo del progetto
da un minimo di 8 ad un massimo di 20 incontri. Ciascun incontro dura 50 minuti
ed è suddiviso in tre momenti fondamentali:
1 - Momento iniziale di accoglienza e presentazione
Ai bambini seduti sulle panche ci si presenta, si vedono insieme le novità
proposte e le eventuali regole emerse dai giochi precedenti. Questo rituale di
inizio aiuta il bambino ad anticipare a livello di pensiero ciò che farà dopo,
deve essere un tempo breve, ma costante per ogni seduta.
2 - Momento centrale
I bambini iniziano a giocare nel luogo del senso-motorio e del simbolico, è il
momento dell'espressività psicomotoria. Può terminare con il racconto di una
storia, tutti insieme con trama, personaggi e finali inventati da loro, per poi
passare al luogo della rappresentazione.
3 - Momento finale
I bambini prendono distanza dalle loro emozioni, ritornano seduti sulle panchine
e cercano di raccontare ciò che hanno fatto.
Escono dalla sala lentamente e ciascuno salutato con il proprio nome.
Termina qui il percorso di maturazione evolutiva della Pratica
Psicomotoria, preparato e adattato a seconda dei gruppi di bambini, delle
età e del tipo di progetto stabilito con le insegnanti.
In questo momento finale il saluto a ciascun bambino favorisce l'uscita
dallo spazio psicomotorio in maniera serena e autonoma.
OBIETTIVI GENERALI
L'educazione psicomotoria si orienta su tre obiettivi fondamentali :
1) Sviluppo della comunicazione/relazione
La comunicazione è il terreno fondamentale per attuare un cambiamento.
Il continuo processo di dare e avere, di accogliere e rispondere, sostiene e
contribuisce, in un clima di benessere, alla costruzione di un'immagine positiva
di sé. Inizialmente è la comunicazione non verbale quella più immediata; i
comportamenti provocatori, l'aggressività, l'impulsività sono considerati
unicamente segnali di una richiesta di comunicazione.
L'ascolto e l'accettazione consentono la diminuzione delle tensioni e aprono
verso una condivisione più elaborata: la comunicazione verbale.
2) Sviluppo della creatività
La creatività è la produzione più ampia della comunicazione della propria
identità; creare nello spazio con oggetti e in collaborazione con i compagni
vuol dire affermare la propria esistenza ed essere riconosciuti.
Offrire la possibilità di creare e di vedere i propri desideri realizzati aiuta
il bambino a prendere distanza dalle emozioni e ad aumentare la stima di sè.
3) Formazione del pensiero operatorio
La comunicazione e la creazione facilitano il "distanziarsi" dal coinvolgimento
corporeo ed emotivo verso la formazione del pensiero operatorio.
Solo dopo aver vissuto il proprio corpo con piacere ed avere attivamente
esplorato il mondo esterno, il bambino è nelle migliori condizioni per
continuare ad esplorare; il suo sguardo si amplifica e inizia a classificare la
realtà secondo le seguenti componenti fisiche: lunghezza, larghezza, altezza,
forma, peso, volume, colore. Le capacità di analisi e di sintesi consentono al
bambino di diventare operativo.
Il ruolo dello psicomotricista
Nella sala con i bambini lo psicomotricista conduce la seduta psicomotoria
seguendo una modalità indiretta, ma costantemente presente a garantire sicurezza
ed evoluzione a ciascun bambino. Accompagna e sostiene rispettando i tempi del
gruppo e di ogni singolo bambino. Aiuta attraverso la dimensione relazionale a
contenere o a stimolare l'espressività psicomotoria di tutti i bambini e come
partner simbolico partecipa ai giochi per favorire
una migliore evoluzione.
Il ruolo delle insegnanti
Agli insegnanti la Pratica Psicomotoria può fornire elementi utili per cogliere
le espressioni del bambino in un ambito complementare e privilegiato della sua
età .
Rappresenta un'occasione e una possibilità di rivedere e ripensare le modalità
di relazione del bambino con i coetanei, con l'adulto, di rapporto con gli
oggetti, i materiali, le attività e se stesso.
Emerge di solito la tendenza ad una maggiore personalizzazione del progetto
educativo. La diversità di ruolo (educatore, insegnante, genitore e
psicomotricista) è reciprocamente arricchente, crea possibilità nuove di scambio
e di comunicazione a favore del bambino.
La presenza è determinata da questioni di sicurezza, e può essere :
- attiva di collaborazione all'interno della pratica
- osservativa di presenza ai limiti della palestra.
VERIFICHE
Il progetto di quest'anno prevede almeno 4 incontri di scambio e verifica
con le insegnanti di classe /sezione, distribuiti nell'arco dell'anno
scolastico.
I progetti specifici per ciascun gruppo di lavoro saranno illustrati agli
insegnanti durante i colloqui. Le verifiche finali saranno consegnate ai
referenti dei progetti e agli insegnanti a fine anno scolastico.
La psicomotricista
Manuela Brenna